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Firenze III

LA STAMPA > 2008

A Firenze c'ero anch'io!

Scritto da Giancarlo Lusi

martedì 02 dicembre 2008
Quando si pensa alla maratona, solo chi la compie sa quale fatica comporta, quali sforzi e quanto coraggio occorra per arrivare alla meta. Per chi è seduto davanti alla tv con pantofole e latte caldo o con birra ed hamburger, certamente sarà difficile comprendere le ragioni che spingono una persona a compiere 42 km in pieno inverno con condizioni atmosferiche proibitive. Ma le motivazioni ci sono, e non sono certamente di tipo economico perché chi decide di iscriversi le spese sono tutte a carico dell’atleta che spesso deve affrontare altre centinaia di chilometri in treno o con mezzi propri per arrivare al luogo della manifestazione.

Allora perché si fa? Solo il coraggio di sfidare se stessi e gli altri in un percorso duro, dove non c’e’ posto per chi ama stare sotto i riflettori o utilizza mezzi scorretti, può spingere a compiere una maratona. Ma quello che deve essere maggiormente compreso dalle istituzioni è il profondo spirito democratico che permea la maratona nella sua vera essenza.

Infatti, se si assiste all’evento davanti alla tv, essa appare come una vera gara degna delle recenti olimpiadi, ma è una gara a cui possono partecipare tutti, senza differenza di età, di sesso, di razza se non quelle determinate dall’allenamento e dalle condizioni psicofisiche. Nella 25^ Maratona con Firenze protagonista, tutto ciò è emerso con chiarezza.

Erano più di 9000 gli iscritti e pochissimi hanno rinunciato ad una gara durissima sotto una pioggia torrenziale, segno di una volontà a partecipare, ad esserci nonostante tutto, ma le telecamere non hanno colto ciò che invece dovevano mostrare al pubblico. La sofferenza di tutti i partecipanti le emozioni e la gioia degli arrivi della gente comune che tanto comune non è, perché coloro che corrono sono persone che spesso lavorano con turni faticosi, che devono prendere permessi non retribuiti pur di partecipare.

Ed allora perché puntare tutto solo sui primi top runner e non soffermarsi anche sugli altri che sono i veri protagonisti? Certo, il rush finale tra i Kenioti fa sempre una certa audience, ma sarebbe stato sufficiente premiare anche solo con un’inquadratura coloro che con il loro cuore hanno permesso la riuscita della manifestazione. Sarebbe stato bello e sarebbe anche stato di insegnamento ai tanti giovani di casa nostra sempre meno avvezzi allo spirito di sacrificio, e probabilmente molto più valido di inutili e costosi spot televisivi.

(Per la cronaca, Giancarlo Lusi -S.S.D. IL CRAMPO LANCIANO- ha concluso la Firenze Marathon in 03:13:12– ndr).


Aggiornato al 06 gen 2014

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